Niente inglese, ma tanta religione

Scopro, e non nascondo sbigottimento, che alla scuola materna, quella dai 3 ai 5 anni, è previsto l’insegnamento della religione cattolica. “Sì, signora – mi rassicurano le maestre – ma è un insegnamento blando. Disegnano la storia di Gesù, fanno il presepe, parlano dell’amore…”. A 3, 4,5 anni parlano dell’amore? Nel senso cristiano del termine, come amore di Dio? O come amore della mamma? E perché un bambino di 3, 4, 5 anni dovrebbe parlare di amore con un insegnante di religione? Da quando i bambini di 3, 4 , 5 anni fanno i dibattiti?
Premessa d’obbligo: l’insegnamento della religione cattolica non è obbligatorio. E’ prevista la cosiddetta ora alternativa (e a me scappa da ridere, perché mi ricordo cosa voleva dire l’ora alternativa alle medie e al liceo, quando i miei genitori mi hanno esentato dalla religione). Certo, erano altri anni. Era il 1989 (uhh, caduta del muro!), quando io cominciavo la scuola media. E allora eravamo in due, io e un tale Francesco che non ho più rivisto, a non fare religione. Ci chiudevano in una stanzetta a leggere il giornale…ma chi si ricorda. Poi al liceo, sciallo! Niente religione e nell’ora buca, grande cazzeggio (moolto educativo). La svolta a 18 anni, quando ci consentivano persino di uscire da scuola. Meraviglia. A quel punto, a fare religione in classe mia erano rimasti in 5. Noi, dell’ora alternativa, andavamo al bar a fare colazione.
Ecco, il problema è che ora sono diventata mamma. I miei bambini sono battezzati. Ma io rimango dell’idea che l’educazione religiosa non c’entri nulla con la scuola pubblica e laica. E poi, bambini così piccoli, non avranno tanto altro da imparare (musica, inglese, disegno, canto, teatro, pittura, scultura, e ancora gioco libero, e nanna e pappa) prima? Non sarebbe più corretto che una questione così personale e privata come la fede venisse gestita dalla famiglia stessa? In Italia, certo, non mancano le chiese e se un genitore desidera instradare il figlio sulla strada della religione non farà alcuna fatica.
Invece a Milano, la grande capitale del Nord, mi informano le maestre durante gli open day degli asili, si taglia l’inglese (che non ci sono più fondi) ma per religione c’è persino una stanzetta attrezzata all’interno dell’asilo.
Non è obbligatoria, dirà qualcuno, perché ti lamenti? Giusta obiezione. Se vi dicessi, però, che di tutti gli iscritti solo una piccolissima minoranza non partecipa? Come glielo spieghi a un bambino di tre anni che vede tutti gli amichetti divertirsi a costruire il presepe che lui non può farlo? Perché mamma e papà non vogliono?
Oddio, io credo che lo farò. Senza spiegarglielo, che non si può pretendere da un bimbo di 3 anni di capire questi argomenti. Poi c’è solo da sperare che le insegnanti di ruolo della scuola siano abbastanza intelligenti e sensibili da occupare i bambini che non aderiscono a religione senza creare “differenze” o altro.

3 commenti

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3 risposte a “Niente inglese, ma tanta religione

  1. Maura

    Michi, scusa ma che scuola materna è? perché alle materne comunali di Pavia non mi risulta che si insegni religione, e presumo anche alle statali sia così… o no???
    dato che ovviamente a 3 anni (e penso nemmeno a 5) un bambino ha nulla o scarsa capacità di astrazione, di certo non può capire cosa sia la religione e perché esista, tanto meno può, a mio modesto avviso, comprendere il concetto di “Dio”, ammesso che sia umanamente comprensibile (e con ciò intendo, comprensibile dati i limiti umani… ma lasciamo perdere la filosofia perché si farebbe tardi).
    Non ci sono soldi per le compresenze, non ci sono soldi per le uscite didattiche, non ci sono per 1000 e più attività educative (e non so altrove ma qui alla materna i bambini si devono portare anche lo scottex e i fazzolettini di carta), però ci sono per insegnare, MA IN MODO BLANDO (?!), la religione (cattolica ovviamente). Io la storia di Gesù la disegnavo alle elementari (fino alla terza, perché dalla quarta ho potuto fare altro), e già mi parte tanto; i vangeli li ho letti da grande, per scelta personale. Pur non essendo credente, non sono certo contraria a parlare di Gesù e della lezione di amore che la sua figura a mio parere incarna per tutti, cattolici o no: non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te (o ama il prossimo tuo come te stesso, se preferiamo), è un principio ordinatore che vale sempre, ma per insegnare l’altruismo e il rispetto c’è bisogno dell’ora di religione cattolica, per di più a 3 anni?
    “Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore”.
    besitos!

  2. sofia

    e se invece fosse il bambino, una volta cresciuto, a “instradarsi” autonomamente e volontariamente alla fede (qualunque essa sia), se e quando questo sarà il suo reale sentimento senza che famiglie o istituzioni la prescelgano per lui, così di fatto eliminando ogni libertà di scelta?

  3. Chiara

    ….. sono perplessa….
    Tralasciando le questioni pratiche – e folli – tipo i tagli all’inglese, mi viene da commentare che proprio a bambini così piccoli mi pare non possa essere sbagliato insegnare religione. Proprio perchè si tratta di insegnare religione e non di trasmettere la Fede. Mio figlio è battezzato, ma non con rito cattolico e credo che tra un paio d’anni non mi dispiacerà affatto fargli frequentare l’ora di religione… un po’ per amor di conoscenza e soprattutto perchè penso che sentir parlare di valori cristiani male non possa fare… È vero che la famiglia deve essere la base per la formazione “etica”, ma al giorno d’oggi forse repetita iuvant…. (dando per scontato che l’ora in questione venga tenuta in modo corretto)

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